Fu costruito durante il I sec.
La facciata è sorprendentemente ben conservata, ancora nello stato originale; le sei colonne sono sormontate da un fine capitello in puro stile corinzio e poggiano su dei plinti che, per mancanza di spazio, sono collocati sulla scalinata che si inoltra nel pronao.
In età medievale l’antico Tempio di Minerva fu trasformato in chiesa cristiana. Nel 1212 l’abate di San Benedetto Maccabeo cedette in enfiteusi ai consoli del Comune il casalino di San Donato, cioè la cella del Tempio, mantenendo l’uso delle camere tra le colonne. La cella diventò la residenza del Podestà, salvo una parte adibita a carcere. Nel 1228 il Comune acquistò alcune case antistanti il Tempio per ampliare la piazza. Nella stessa occasione fu liberato il vestibolo tra le colonne, che diventò la sede dell’arengo. Soltanto nel 1456 l’edificio tornò alla primitiva destinazione religiosa.
Nel 1539 nella sua cella a pianta rettangolare, sfondata allo scopo, si costruì la chiesa di S. Maria sopra Minerva, ulteriormente modificata in stile barocco nel XVII secolo.
Per Johann Wolfgang von Goethe, durante il suo Viaggio in Italia, questo fu il primo monumento integro dell‘antichità che avesse visto e ne restò entusiasta (1786).
Oggi rievoca il periodo romano e simboleggia i valori dell’UNESCO.