Domus Sesto Properzio

La cosiddetta Casa di Properzio è una struttura di età romana tornata alla luce durante una serie di scavi intrapresi dall’Accademia archeologica del Subasio a metà dell’Ottocento e del Novecento.
Il suo nome è dovuto a Sesto Properzio, poeta elegiaco a cui Assisi ha dato i natali alla fine del I secolo a.C., chiamato in causa dalla traduzione fatta da un’iscrizione latina sulla parete.

Gli ambienti ritrovati, tre stanze comunicanti e un lungo corridoio definito “criptoportico”, si trovano al di sotto del Santuario della Spogliazione. Per accedervi si passa dalla cripta dell’antico impianto della chiesa risalente al IX secolo. Una parte della struttura si appoggia a un tratto di mura urbiche dell’antica Asisium, al limitare della zona meridionale della città.
Le decorazioni, pavimentali e parietali, presentano delle tecniche per lo più riconducibili al I secolo d.C., mentre le murature sembrano essere databili a un periodo precedente. Tra le decorazioni pavimentali, di grande pregio, risulta una pavimentazione in opus sectile, ovvero in lastre di marmo, provenienti da territori al di fuori dell’Italia, come Asia e Africa, che formano un semplice disegno geometrico.

Gli affreschi conservati possono essere comparati a decorazioni simili presenti in edifici dello stesso periodo a Roma, come la Domus Transitoria di Nerone. Uno sfondo color “rosso morellone”, una tonalità bruno-violacea, accoglie delle figure a tema marino; mentre, su di uno sfondo color giallo ocra molto luminoso, si susseguono dei quadretti, “pinakés”, con scene mitologiche descritte in graffiti di lingua greca. Una nicchia nella parete del “criptoportico” è affrescata con un “viridarium”, che riproduce tanti tipi di uccellini diversi disposti tra i cespugli.