Il Parco del Monte Subasio può essere esplorato seguendo diversi percorsi che portano alla scoperta dei suoi tesori nascosti. Questi includono sia bellezze naturali come i fenomeni di origine carsica, sia antiche costruzioni dell’uomo, come ponti e fontanili, sia luoghi di preghiera intimi e raccolti come le chiese di montagna.
Sulla cima del Monte Subasio sono presenti vistosi fenomeni carsici causati dall’azione dell’acqua sugli strati calcarei.
Si individuano due tipi principali di conche o doline: i mortari e le fosse, entrambi utilizzati in passato per la produzione del ghiaccio. La neve infatti veniva accumulata in queste conche o nelle buche da neve artificiali, poi ricoperta con della terra per essere conservata più a lungo.
Il Mortaro Grande ha una forma leggermente ellittica, le pareti sono abbastanza ripide e il fondo arrotondato raggiunge una profondità di circa 60 metri.
Poco più a nord-est si trova il Mortaiolo, che presenta una forte pendenza e arriva a una profondità di circa 20 metri.
Infine il Mortaro delle Trosce, situato circa 500 metri a nord-est delle antenne. La sua forma è circolare e raggiunge i 50 metri nel punto più basso.
La Fossa Rotonda misura circa 12 metri, è stata impermeabilizzata per raccogliere l’acqua piovana e alimentare gli abbeveratoi del luogo, così come la Fossa Cieca.
Sul versante di Spello si trova il lago di Pietrolungo, dove il rimboschimento ha reso meno riconoscibile il fenomeno carsico.
L’intero Parco del Monte Subasio presenta fenomeni di origine carsica, tra cui pozzi, cunicoli, cavità profonde anche 30 metri, come la Grotta del Subasio (o del Diavolo), l’area di Vallonica e l’Orrido delle Carceri. Si tratta di un inghiottitoio che convoglia e raccoglie le acque di infiltrazione; secondo la credenza locale si riempirebbe solo in occasione di guerre e avvenimenti di particolare rilevanza.
L’Unione Europea ha attivato il progetto Natura 2000 per la tutela di alcuni habitat, di specie animali e vegetali degli stati membri. Nel territorio del Parco del Monte Subasio sono stati individuati cinque Siti di Interesse Comunitario (SIC), o Zone Speciali di Conservazione (ZSC).
Queste zone sono: il fiume Tescio (nella parte alta); i Colli Selvalonga e il Monte (Assisi); Monte Subasio (la sommità); il Fosso dell’Eremo delle Carceri (Monte Subasio); Poggio Caselle – Fosso Renaro (Monte Subasio).
Tra le aree verdeggianti degne di particolare interesse si ricorda:
Sul fiume Tescio, che delimita il confine settentrionale del Parco, sono presenti numerosi ponti di epoche lontane che servivano a facilitare sia i traffici con le vicine Marche, sia il flusso dei pellegrini. Si tratta di una viabilità secondaria che serviva a collegare le due parti in cui il Tescio divide la valle omonima, legata alla presenza nella zona di numerosi molini ad acqua.
Alcuni di questi ponti sono:
Data la forma arrotondata del Subasio e la sua natura calcarea, gran parte delle acque meteoriche scendono nel sottosuolo fino a raggiungere gli strati impermeabili. Ecco che allora le acque fuoriescono dal monte a vari livelli in forma di sorgenti, che l’uomo, nel tempo, ha gestito realizzando fonti e fontanili, prevedendo a volte anche l’incanalamento delle acque e il loro utilizzo negli acquedotti dei paesi vicini.
Sulle pendici del Monte Subasio, rivolta a mezzogiorno, sorge la chiesa parrocchiale di Viole, una delle frazioni di Assisi.
Immediatamente a ridosso della chiesa si trova la Fonte di San Vitale, già ricostruita nel 1756 e restaurata nel 2001.
Sorta nel XI secolo, a 958 metri sul livello del mare, su un colle del versante del Monte Subasio che scende a Collepino e da qui a Spello. Il nome deriva da specula, cioè “panorama”, per le larghe vedute che spaziano fino ai Monti Sibillini.
È un piccolo edificio che sorge su di un poggio a metà strada fra Collepino e San Giovanni. Dietro l’altare maggiore è conservata una tela che raffigura la Madonna della Provvidenza.
Si trova lungo la Valle del Tescio ed è un’elegante e semplice costruzione in pietra serena con campanile a vela.