Percorso a piedi
3ore e 30 minuti (soste escluse)
Escursionistico (grado E)
Distanza: 7,2 chilometri.
Dislivello in salita: +/- 524 metri.
Tipo di strada: alternanza di sentiero e strada forestale.
Punto di partenza: punto indicato sulla Strada del Monte Subasio.
Adatto a famiglie: adatto a famiglie anche con bambini da 8 anni in su con predisposizione alla camminata.
Attività da fare: trekking.
Focus: il rimboschimento del Subasio (e la sua quercia da sughero), le rovine dell’abitato di Gabbiano, la veduta da Sasso Rosso, Fonte Bregno (e la sua scultura).
Accessibilità: punto di partenza con mezzi propri o mezzi pubblici. Il percorso non è adatto a essere percorso in carrozzina. Fondo e dimensione si prestano sempre all’utilizzo della joëlette, anche se alcuni tratti di forte acclività richiedono conduttori capaci e allenati. A seguito di forti piogge nei giorni precedenti, due tratti di alcune decine di metri possono risultare di difficile percorrenza a causa del fango.
Oltre a presentare diversi punti di interesse, l’itinerario è fruibile anche dall’ampia utenza che non è attrezzata per il freddo o che sopporta poco il caldo.
Per arrivare al punto di partenza, si sale da Spello a Collepino (indicazioni: Monte Subasio); si prende la Strada del Subasio fino a che, andando molto piano, a circa 800 metri dall’ultimo tornante percorso, si nota sulla sinistra uno slargo in cui parcheggiare. Si tratta in realtà di una strada forestale interdetta al transito veicolare che rappresenta l’inizio dell’itinerario.
Se si usa il navigatore, è possibile seguire le indicazioni per arrivare all’inizio del percorso qui.
Appena scesi dal mezzo, ci si trova in prossimità del piccolo Lago, dove si può facilmente trovare la quercia da sughero.
Per questa prima fase dell’escursione, bisogna seguire il sentiero 356 che, una volta incontrato il 350/via di Francesco, continua a scendere fino all’abitato di Gabbiano Vecchio, visitabile con una breve deviazione.
Si risale quindi fino a Sasso Rosso, dove si prende il 354 che sale alla Bolsella.
Il 354 corre ora su una comoda strada forestale fino a Fonte Bregno (acqua non controllata e in alcuni mesi assente).
Di fianco al bottino in cemento della Fonte si scende per il 350 facendo attenzione a non prendere per errore il 360, dato che dipartono insieme dallo stesso punto.
Arrivati all’interno di un impluvio, si lascia il 350 per riprendere in discesa il 356, sentiero percorso all’andata, per tornare al Lago e, di lì, al proprio mezzo.
Una volta in macchina, si consiglia di proseguire in salita per non perdere la vista che si gode dalla Madonna della Spella (da specula, osservatorio) antico oratorio benedettino, oggi rifugio affidato alla Sezione CAI di Foligno.
Questo itinerario ad anello, di impegno medio, si sviluppa in bassa quota ed è completamente al riparo degli alberi, presentando un’ottima alternativa sia per i mesi invernali, quando il prato pascolo della cima è spazzato dal vento o innevato, sia per le giornate estive troppo assolate.
Presenta inoltre dei punti di notevole interesse, a cominciare dal piccolo Lago della Spella, un invaso naturale che insiste su una dolina, oggi circondata da un’abetina di rimboschimento.
Sulle sue rive possiamo trovare una quercia da sughero, frutto di un un vecchio rimboschimento sperimentale, mentre in primavera è possibile ammirare la fioritura del ranuncolo di palude.
Proseguendo, si raggiunge il suggestivo borgo abbandonato di Gabbiano Vecchio, ormai completamente ricoperto di rampicanti, che nel XIII secolo contava più di 200 abitanti.
La chiesina, riccamente affrescata, è stata officiata sino agli anni ‘50 del secolo scorso ed oggi è chiusa per tentare di preservarne quanto resta.
Si sale quindi fino a Sasso Rosso, e, di qui, alla Bolsella, due punti panoramici di grande interesse.
Durante la fase di rientro si passa per il minuscolo rifugio non gestito di Fonte Bregno, ottimo riparo in caso di maltempo, dove si può ammirare la scultura Acqua del ciclo legato al Cantico delle creature.